Il lavoro sul campo è uno degli aspetti chiave del progetto SUSTAvianFEED. I produttori sono infatti uno dei principali destinatari delle attività del progetto, non solo per promuovere una nuova dieta sostenibile nell’allevamento avicolo, ma anche come protagonisti attivi del cambiamento, le cui conoscenze ed esperienze rappresentano un bagaglio unico e indispensabile per un risultato ottimale.
In questo contesto, l’Università di Torino (Italia nord-occidentale), il partner del progetto che sta testando gli effetti dell’integrazione alimentare di larve di insetti sul benessere e sulla salute dei volatili (microbiota intestinale e microbioma) (task 3.3) e che concentrerà le sue attività pilota sulla razza italiana di pollo “Bianca di Saluzzo”, una razza da carne, ha effettuato alcune interviste con alcuni piccoli produttori locali di pollame piemontese (Italia) coinvolti nel progetto che lavorano con genotipi a crescita medio/lenta.
L’obiettivo principale dell’intervista era quello di valutare l’opinione degli allevatori sulla riduzione della farina di soia nelle diete del pollame e sull’introduzione di insetti come larve fresche o essiccate.
Agli agricoltori che hanno deciso di partecipare all’intervista sono state poste due domande aperte in cui potevano esprimere il loro pensiero su questo argomento e sei domande in cui dovevano dare un valore su una scala da 1 a 5 in base alla loro opinione.
Molti allevatori intervistati si sono dimostrati particolarmente interessati all’uso degli insetti nell’allevamento di pollame, in particolare alla possibilità di creare un allevamento su piccola scala in cui utilizzare i propri rifiuti per autoprodurre larve di insetti indipendenti. La preoccupazione principale per quasi tutti era il prezzo elevato dell’approvvigionamento di insetti.
In generale, tutti gli agricoltori hanno mostrato interesse per la possibilità di utilizzare diete innovative e più sostenibili.
In particolare erano preoccupati per l’approvvigionamento e il prezzo della farina di soia ed erano anche interessati a trasferire l’uso di ingredienti innovativi nei mangimi al prodotto finale, conferendogli un valore aggiunto.
Tutti gli allevatori si sono dimostrati interessati all’integrazione degli insetti nei mangimi. Più del 50% era già informato sull’uso degli insetti nell’alimentazione del pollame e ha chiesto informazioni sulla costruzione di un impianto nella propria azienda.
Da queste interviste, quindi, è emerso che gli allevatori sono consapevoli delle problematiche ambientali del loro settore, in particolare per quanto riguarda l’impatto dell’uso della farina di soia nell’alimentazione del pollame. Pertanto, la possibilità di utilizzare una dieta/ingrediente a minor impatto ambientale sembra essere un aspetto importante da considerare per loro. Inoltre, si riflette anche nella loro disponibilità a pagare un piccolo prezzo aggiuntivo per il mangime sperimentale, insieme alla possibilità di richiedere un prezzo più alto per i loro prodotti finali.
Le attività pilota stanno per iniziare sul campo, quindi i risultati non tarderanno ad arrivare.
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